“Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore” Murakami Haruki
Sono claustrofobica, la parola “cunicolo” mi mette i brividi mentre la digito sulla tastiera, quindi non dovrei affatto amare i Labirinti. Ed invece li adoro.
Sento la fascinazione estetica dei labirinti di piante (non ne ho mai esperiti dal vivo in pietra ma sto pianificando di visitare quello di Donnafugata vicino a Ragusa, ti metto qui il link di Wikipedia se vuoi dare un’occhiata). Mi attrae il richiamo simbolico del labirinto. I miti legati al labirinto sono tra i miei preferiti, sia in chiave classica che nelle loro rivisitazioni moderne.
I labirinti disegnati catturano la mia attenzione, potrei stare a fissarli per ore, sia che si tratti di abbellimenti architettonici minuscoli inseriti nei capitelli delle colonne di una chiesa o nel mosaico di un pavimento, sia che siano opere d’arte moderna che cercano di reinterpretare il labirinto classico (come fa ad esempio Giovanni Soccol con i sui “Labirinti d’invenzione” che puoi vedere qui nel suo sito).
Il labirinto mi attrae da sempre ed ho avuto la conferma della mia passione quando anni fa ho visitato il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, di cui ti avevo già parlato nel post precedente. Ho deciso che dovevo nutrire la mia voglia di labirinto e ne ho cercati altri di visitabili (tra cui il labirinto di Borges a Venezia, dove sono nella foto) e ho iniziato ad approfondire i significati simbolici ed archetipici del labirinto.
Come era prevedibile, mi sono trovata davanti ad una grandissima quantità di materiali, perché il labirinto affascina l’uomo da sempre: trattati di arte, di semiotica, di filosofia, di esoterismo, di botanica, di storia. Insomma, rischiavo veramente di perdermi se non avessi tenuto ben saldo il filo rosso che volevo come guida. Il taglio che volevo dare era psicologico, volevo conoscere il labirinto per ascoltare cosa aveva da dirmi sui nostri Labirinti Interiori, sulla nostra psiche e sulla possibilità di conoscere noi stessi.
Ho iniziato a suddividere i materiali, a studiarli e catalogarli. Ho lasciato andare alcune suggestioni, che pur bellissime non servivano al mio progetto, e ho interpretato quelle che ho tenuto in chiave archetipica. Poi ho iniziato a leggere i romanzi (alcuni fortunatamente sono stati solo riletture) per capire quali stimoli narrativi potevo usare per avviare il percorso di libroterapia. Perché sui labirinti non volevo tenere un corso teorico, assolutamente. Volevo un percorso esperienziale, in cui ogni partecipante potesse prendere il proprio filo interiore, magari con qualche nodo e groviglio, e iniziare a distenderlo ed a conoscerlo meglio attraverso la lettura delle storie e il confronto con tutto il gruppo nelle sessioni online.
Mi sono arrabbiata con l’uso e abuso del termine “labirinto” che spesso rimane solo nel titolo (no, non citerò le opere!) che ha talvolta complicato la mia ricerca, anche se non è mai il titolo di un libro a guidarmi nella scelta ma il suo contenuto e la sua storia.
Ho bussato alle porte dei miei autori del cuore per vedere se avevano per me narrazioni utili ad accompagnare i lettori nei propri labirinti (e ho trovato risposte bellissime) e mi sono lanciata alla lettura di romanzi nuovi che sentivo importanti (qualcuno è nella scatola dei libri da regalare, lo ammetto, anche io prendo degli abbagli, talvolta).
Sono arrivata alla rosa dei testi che useremo, la lista definitiva la sceglierò di volta in volta, in base alle caratteristiche del gruppo che si formerà. Lo faccio sempre, non mi piace scegliere i libri prima, devono essere buoni per le persone che li leggeranno, serve la magia dell’incontro, la combinazione tra occhi che leggono, cuore che pulsa e storia scritta.
In questo momento sul tavolo è caos. Libri, appunti, cataloghi vari. Non ho ancora scritto le note per il primo incontro del Laboratorio, lo farò nei prossimi giorni. Guardo il materiale e sento le farfalle nella psiche: trovo nuovi collegamenti, penso a nuovi stimoli da proporre (stavolta non leggeremo soltanto, ma non posso ancora svelare di più).
L’ordine arriverà, arriva sempre. In attesa di Labirinti interiori, se vuoi, puoi leggere “Kafka sulla spiaggia” che è il testo da cui ho preso la citazione iniziale, ma non sarà tra le sei letture che useremo, quelle le svelerò solo a chi parteciperà.
Il Laboratorio Labirinti Interiori è molto importante per me, proprio per questo ho deciso che chi si iscriverà avrà lo sconto del 10% su tutti i percorsi di gruppo del 2022 e vorrei proporre una visita ad un labirinto per chi vorrà provare la sensazione di percorrerne uno insieme.
Adesso mi godo l’attesa delle iscrizioni, sapendo che nei prossimi giorni incontrerò labirinti ovunque, troverò testi stupendi da aggiungere e le sincronicità mi regaleranno meraviglia.
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